A Pesaro è tempo di Calcio sociale

Al campo del Vismara di Pesaro sta dando frutto il progetto del calcio sociale lanciato dall’Associazione di Promozione Sociale ‘Out’ del presidente Gabriele Montaccini, affiliata al Comitato ASI Marche, che è ormai abituato a utilizzare lo sport come mezzo di aggregazione in situazioni complicate insieme con il Vicepresidente Cristian Silvestri.

“L’idea ci è venuta per dare una risposta agli atti vandalici contro la sede della circoscrizione che è ancora inagibile. Il post-Covid è stato duro dal punto di vista psicologico per molti adolescenti, così abbiamo pensato di fare qualcosa per dare un segnale: prima un torneo di Volley, quindi un Trekking, ora puntiamo forte sul Calcio sociale, un progetto di Massimo Vallati, che finora ha funzionato, dove ci sono situazioni di degrado. Lo abbiamo invitato a ottobre a parlare al Liceo Scientifico e ci siamo affiliati con la nostra Asd, così da poter utilizzare nome e loghi: il Campo dei Miracoli sbocciato a Roma è un esempio fortissimo”.

Gli aiuti non mancano: la Polisportiva Vismara ha concesso gratuitamente il campo e Fisioradi ha vestito i giocatori con divise scintillanti: “Siamo davvero contenti, anche della fiducia ricevuta dal Comune – dice il vicepresidente Silvestri – nelle prime due giornate c’erano una cinquantina di persone di tutte le età e le provenienze. Tanti bambini, padri e figli, ma anche madri e figlie, una nonna di 75 anni, alcuni ragazzi stranieri e anche diversamente abili. Ognuno può giocare con noi, nessuno è escluso. Le squadre sono formate tramite coefficienti in base alle capacità per avere formazioni equilibrate”.

Le regole sono speciali: chiunque può partecipare, purché abbia un’età compresa tra i 10 e i 90 anni, non esiste l’arbitro, ogni giocatore deve imparare ad essere responsabile, un giocatore non può fare più di tre gol a partita e, anzi, deve aiutare gli altri a segnare, nessuno resta in panchina, sono tutti titolari, infine, sia prima che dopo la partita ci si prende tutti per mano per condividere le proprie emozioni. L’obiettivo è mettere in piedi un campionato dove, oltre alle partite, conteranno per la classifica anche le sfide “giocate” al di fuori, come nello stile del calcio sociale: la sfida che consiste nel riqualificare un posto del proprio quartiere o trattare il tema che dà il nome alla propria squadra che si chiamerà con una parola presente nella Costituzione: pace, libertà, uguaglianza.

Gabriele Montaccini aggiunge: “Tanto che le vittorie in campo valgono 2 punti, quelle fuori 4. Premiamo chi fa più assist rispetto a chi segna di più. L’obiettivo vero di questo progetto è l’integrazione tra la gente del quartiere, riallacciare le relazioni fra le persone che durante il Covid quasi non si guardavano più in faccia. Dobbiamo tornare a frequentare i luoghi normalmente: a parte i ragazzi devianti, credo che anche gli adulti facciano fatica a vivere il territorio come una volta”.

L’ambizioso progetto, supportato anche dal Comitato ASI Marche, accoglie qualsiasi volontario che voglia mettersi in gioco, anche solo per dare una mano.

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